TERAMO – Tre immagini, tre sketch, tre fotogrammi del Marco Pannella dell’ultimo anno: il giorno della consegna della laurea honoris causa in scienze della comunicazione all’università di Teramo, a Teleponte quando ‘confessa’ di essere padre almeno una volta e la battuta sulla ‘falsificazione della chiave della città di Teramo’ negli ultimi momenti di lucidità a Roma, la scorsa settimana, quando ritirò dalle mani del sindaco la cittadinanza onoraria di Teramo. E’ il Pannella che ricorderemo tutti, con un lungo abbraccio affettuoso per quello che ha significato per gli italiani, anche per coloro che non la pensavano come lui, precursore di svolte epocali per la nostra civiltà, guerriero di tante battaglie civili. Assistito da quella intelligenza tipica dei bastardi, anzi, di un bastardone, come lui stesso si definisce nell’intervista prima di ritirare la laurea all’Università di Teramo, lui che è frutto dell’unione tra un teramano del Gran Sasso e di una svizzera del Gran San Bernardo.
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